Aggiornata a novembre 2023 

I materiali (libri, articoli di riviste e risorse on-line), elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro  catalogo.

Vengono proposti i seguenti percorsi:

Dati di contesto

drug reportUNAIDS, UNAIDS data 2023, UNAIDS, Ginevra, 2023, 432 pp.
Il documento raccoglie dati sullo stato dell’epidemia di HIV e AIDS nel mondo, con schede dettagliate per ogni paese. Evidenzia che le PLWHIV (People Living with HIV) sono più vulnerabili al COVID-19 e che l’aumento delle disuguaglianze impedisce loro di accedere ai vaccini COVID-19 e ai servizi HIV. Il rapporto sottolinea che, oltre alla povertà e alla mancanza di scolarizzazione, COVID-19 e altre restrizioni hanno gravemente interrotto l’attività di screening dell’HIV: in molti paesi ciò ha portato a un forte calo di nuove diagnosi, dei servizi di assistenza e dell’inizio del trattamento. Una analisi inclusa nella relazione mostra una correlazione positiva tra migliori risultati dell’HIV e l’adozione di leggi che tutelano le persone dalla discriminazione. I dati sono aggiornati alla fine del 2020.

UNODC United Nations Office on Drugs and Crime, World Drug Report 2023, United Nations, Vienna, 2023
Per la prima volta dalla sua creazione, quest’anno il World Drug Report si compone di due prodotti, un elemento basato sul web e una serie di opuscoli. Le ultime stime e tendenze globali, regionali e subregionali della domanda e dell’offerta di droga sono presentate in un segmento online interattivo e di facile utilizzo. Mentre i punti di interesse speciali includono aspetti chiave e implicazioni politiche, l’opuscolo 1 assume la forma di una sintesi basata sull’analisi dei risultati chiave del segmento online e dell’opuscolo tematico 2 e sulle conclusioni che se ne possono trarre. Oltre a fornire un’analisi approfondita degli sviluppi chiave e delle tendenze emergenti in mercati della droga selezionati, anche in Paesi attualmente in conflitto, l’opuscolo 2 si concentra su una serie di altre questioni contemporanee relative alla droga.

European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), European Drug Report 2023. Trends and Developments, EMCDDA, Lussemburgo, 2023, 19 p.
La relazione contiene una panoramica aggiornata della situazione della droga in Europa, delineata mediante un’analisi delle principali tendenze e delle minacce emergenti. La disponibilità rimane elevata per tutti i tipi di sostanze, mentre continuano a crescere il volume e la complessità della produzione di droghe illecite in Europa. Le persone che fanno uso di droghe hanno ora accesso a una più ampia gamma di sostanze psicoattive, spesso di elevata potenza e purezza. Poiché tali sostanze possono essere vendute sotto forma di prodotti in polvere o in pillole di aspetto simile, i consumatori potrebbero non essere consapevoli di ciò che stanno assumendo. La relazione sottolinea la necessità di adottare strategie efficaci di comunicazione dei rischi per segnalare ai consumatori i danni per la salute associati alle nuove sostanze, alle interazioni con i medicinali e ai prodotti ad alta potenza. Una breve sintesi in italiano si trova sul sito del dipartimento per le politiche antidroga mentre la versione originale inglese si compone di diverse pagine web e documenti in PDF, in particolare: EDR 2023 Short Presentation; EDR Extended Presentation; Highlights EDR2023 IT Finalweb (Comunicato in Italiano). Il numero di pagine è pertanto difficilmente calcolabile e quello qui indicato si riferisce solo alla pagina web principale.

A cura di Vincenza Regine … [et al.], Aggiornamento delle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS in Italia al 31 dicembre 2022, in Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, vol. 36, n. 11 (nov. 2023) – on line, pp. 1-60
Dal 2012 i dati sulla sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV hanno una copertura nazionale. Nel 2022, sono state effettuate 1.888 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 3,2 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza osservata in Italia è inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra i Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 nuove diagnosi per 100.000 residenti). Nel periodo 2012-2022 si osserva una diminuzione delle diagnosi per tutte le modalità di trasmissione. Nel 2022, la proporzione di nuovi casi attribuibile a trasmissione eterosessuale era 43% (25,1% maschi e 17,9% femmine), quella in maschi che fanno sesso con maschi 40,9% e quella attribuibile a persone che usano sostanze stupefacenti 4,3%. Il Registro Nazionale AIDS, attivo dal 1982, nel 2022 ha registrato 403 nuove diagnosi di AIDS, pari a un’incidenza di 0,7 casi per 100.000 residenti. Nel 2022, tra le nuove diagnosi di AIDS, l’84% riguardava persone che avevano scoperto di essere HIV positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di AIDS. Disponibile in PDF.

pathThe path that ends AIDS. 2023 UNAIDS Global AIDS Update, UNAIDS, Geneva, 2023, 194 p.
Il Rapporto annuale Unaids fornisce dati aggiornati sul progresso della lotta all’AIDS nel mondo. Mentre vent’anni fa la pandemia di AIDS sembrava inarrestabile, oggi è chiaro il percorso da intraprendere per fermarla. Si tratta di seguire l’esempio dei paesi che hanno messo in atto politiche fortemente determinate a porre le persone prima di tutto e hanno investito in programmi di prevenzione e di trattamento basati su prove scientifiche. Il Rapporto descrive nel dettaglio il percorso di questi paesi. I mattoni che costruiscono una risposta efficace all’AIDS richiedono la collaborazione tra governi, comunità, donatori e settore privato. Sono necessari investimenti finanziari, quadri legali e politici che rafforzino i diritti, ad esempio riguardo alle relazioni sessuali e alle persone vulnerabili.

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche antidroga, Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia. Anno 2023 (dati 2022), Dipartimento per le politiche antidroga, Roma, 2023, 540 pp.
La Relazione, prevista dal DPR 309/90, è la principale fonte informativa nazionale del Dipartimento per le Politiche Antidroga. I dati inseriti nella Relazione vengono raccolti dalle amministrazioni centrali, periferiche, dai centri di ricerca, dagli enti del privato sociale competenti in materia. Lo scopo della Relazione è di inquadrare il fenomeno nel modo più aderente alla realtà, anche al fine di orientare gli interventi pubblici nel settore. E’ in fase di elaborazione un adeguamento nella raccolta dei dati, per rendere l’aggiornamento, dal prossimo anno, ancora più puntuale. Nell’attuale relazione il fenomeno analizzato da un punto di vista dei consumi, appare in aumento sia nella fascia 18-64 anni sia nella fascia 15-19 anni. Rispetto al 2021 preoccupa soprattutto l’incremento dei consumi nella fascia giovanile che passa dal 18,7% al 27,9% con un aumento dell’uso di cannabinoidi sintetici e Nuove Sostanze Psicoattive. Dall’analisi delle acque reflue emerge che le sostanze maggiormente consumate si confermano la cannabis e i suoi derivati, poi la cocaina e l’eroina, che ha avuto un notevole incremento. Il consumo a rischio di alcol nella popolazione 18-64enne nel corso degli anni è aumentato e anche l’uso di psicofarmaci senza ricetta. Dopo un andamento tendenzialmente stabile negli anni dei diversi profili di gioco, l’ultima rilevazione evidenzia una diminuzione dei giocatori con profilo di gioco a rischio. Il 2022 ha visto fra i giovanissimi un generale incremento delle prevalenze di consumatori per quanto riguarda l’uso di stimolanti, allucinogeni, cocaina e oppiacei. I valori, dopo importanti decrementi osservati durante il periodo pandemico da COVID-19, sono tornati a crescere raggiungendo per la maggior parte delle sostanze valori pre-pandemici.

Paolo Nencini … [et al.], Cinquant’anni di eroina in Italia. Un’analisi storico-sociale delle sue origini, in MDD: Italian Journal of the Addictions, n. 50 (giu. 2023), pp. 4-44
Prendendo spunto dalla sessione del recente congresso nazionale della Società Italiana Tossicodipendenze dedicata all’arrivo dell’eroina in Italia, la rivista riserva questo numero monografico agli aspetti storico-sociali del fenomeno meritevoli di attenzione. Si segnala in particolare: “AIDS e eroina negli anni Ottanta”, di V. Roghi.

Maria Cristina Salfa … [et al.], Le infezioni sessualmente trasmesse: aggiornamento dei dati dei due Sistemi di sorveglianza sentinella attivi in Italia al 31 dicembre 2021 (Le), in Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, vol. 36, n. 5 (mag. 2023) – on line, pp. 3-39
In Italia sono attivi due Sistemi di sorveglianza sentinella delle Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST), coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità: la Sorveglianza clinica, basata su centri clinici altamente specializzati nelle IST e che riporta le nuove diagnosi in pazienti sintomatici; la Sorveglianza di laboratorio, basata su laboratori di microbiologia clinica che segnalano i nuovi casi di infezione in persone che si sottopongono a test di laboratorio a prescindere dalla presenza di sintomi specifici. Questi Sistemi di sorveglianza sentinella, pur non avendo copertura nazionale, assicurano stabilità e costanza nell’invio dei dati, permettendo di misurare nel tempo la frequenza relativa delle singole IST e di valutare i fattori di rischio associati. I dati aggiornati indicano un generale aumento delle IST, soprattutto tra gli uomini che fanno sesso con altri uomini. Questo e altri dati sono discussi nell’articolo.

Lotta all’HIV, arriva il supporto dei medici di famiglia per scovare il sommerso, in Esse più, A. 32, n. 2 (mar.- apr. 2023), pp. 5-6
Il Report annuale dell’Istituto Superiore di Sanità riporta che il trend delle nuove diagnosi di HIV negli ultimi 10 anni è in diminuzione ma sono aumentate le diagnosi tardive. Il progetto SIMG prevede la formazione dei medici di famiglia contro le malattie infettive per favorire appunto le diagnosi precoci e migliorare l’assistenza al paziente in trattamento. Si stima che in Italia 10mila persone su 120mila con infezione da HIV sono inconsapevoli di essere infette e che potrebbero trasmettere la malattia, pertanto è indispensabile far emergere il “sommerso”.

holding-the-line-communities-first-responders_en.pdfUNAIDS, Holding the line: communities as first responders to COVID-19 and emerging health threats. Report of a UNAIDS survey, UNAIDS, Ginevra, 2022, 64 pp.
Questo rapporto presenta i risultati dell’indagine condotta dall’UNAIDS nei mesi di giugno e luglio 2020, all’inizio della pandemia, sulle organizzazioni di comunità gestite da e per persone affette da HIV. L’indagine, principalmente qualitativa, è stata pensata per ottenere una migliore comprensione dell’impatto che la pandemia COVID-19 stesse avendo sulle organizzazioni e sul loro lavoro legato all’HIV, e per capire di più sul loro contributo alla risposta al COVID-19. I risultati dimostrano che le organizzazioni si sono mosse velocemente all’inizio della pandemia per mitigarne l’impatto sui membri della propria comunità, intraprendendo una larga varietà di nuove attività per aiutare ad assicurare la continuità dei servizi per le persone affette da HIV, spostando i servizi online e occupandosi della distribuzione diretta di farmaci antiretrovirali. Allo stesso tempo, però, si sono anche rinnovate e hanno intrapreso nuove iniziative in risposta al COVID-19, facendo campagne d’informazione, fornendo counseling, tramite produzione di mascherine e sanitarizzanti, e provvedendo assistenza alle vittime di violenza di genere, fenomeno aumentato in pandemia. Ciononostante, una larga parte delle organizzazioni censite ha riportato frustrazione per la mancata inclusione negli stage di pianificazione della lotta alla pandemia, e in generale è mancato un aumento sostanziale dei fondi a loro disposizione per il che si sono trovate ad agire da collante tra le istituzioni.

European Centre for Disease Prevention and Control, WHO Regional Office for Europe, HIV/AIDS surveillance in Europe 2022. 2021 data, WHO Regional Office for Europe, Copenhagen, 2022, 121 p.
Questo rapporto presenta i dati di sorveglianza dell’HIV/AIDS per il 2021, un periodo segnato dalla pandemia globale di COVID-19 che ha colpito pesantemente l’Europa da marzo 2020 in poi. Questo rapporto è l’ultimo di una serie pubblicata congiuntamente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dall’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa che ha riportato dati sull’HIV e l’AIDS nella regione europea dell’OMS e nell’Unione europea e in Europa Economica (UE/SEE) dal 2007. Rileva che mentre i modelli e le tendenze epidemiche variano ampiamente tra i paesi europei, quasi 107.000 persone sono state diagnosticate con l’HIV nella regione europea nel 2022, di cui circa 17.000 nell’UE/SEE. Si veda anche: Annemarie Rinder Stengaard … [et al.], HIV seroprevalence in five key populations in Europe: a systematic literature review, 2009 to 2019, in Eurosurveillance, vol. 26, n. 47 (nov. 2021), pp. 1-12

UNAIDS, Dangerous inequalities. World AIDS Day report 2022, UNAIDS, Ginevra, 2022, 80 pp.
Il rapporto del 2022 dell’UNAIDS si concentra sull’impatto delle disuguaglianze nella lotta all’AIDS. Nello specifico, ci si concentra su tre tipi di disuguaglianze: di genere, che specialmente nei paesi dell’Africa sub-sahariana rendono estremamente difficile l’accesso a cure e misure preventive (per le donne, ma anche per uomini che sono spinti da un errato senso di mascolinità a nascondere la malattia quando contratta); diseguaglianze nei confronti di popolazioni chiave, ancora vittime di marginalizzazione e criminalizzazione, e con accesso più difficoltoso rispetto ad altri gruppi ai servizi; e diseguaglianze nel trattamento dei minori, campo sul quale c’è ancora molto da fare sia dal lato della prevenzione al contagio verticale che a riguardo dell’accesso a servizi diagnostici, preventivi e di cura per giovani e adolescenti.

cesda23A cura di CeSDA, Dossier CeSDA 2022. Giornata mondiale contro l’AIDS ai tempi della pandemia da Covid 19, Azienda USL Toscana Centro, Firenze, 2022, 61 p.
[Risorsa elettronica – libera consultazione] Il Dossier HIV-AIDS 2022 si propone come strumento di analisi sulle tendenze, i servizi e le strategie di contrasto all’HIV-AIDS. La prima sezione è dedicata a quattro rapporti di UNAIDS, che contengono una vasta mole di dati e analisi, con approfondimenti in merito alle popolazioni chiave, alle politiche di contrasto, alle tendenze riscontrate nelle varie macro-aree geografiche, all’aggiornamento dei principali indicatori, alle misure e alle azioni da implementare. Particolare attenzione è prestata alle disuguaglianze: la pandemia Covid-19 e della crisi del debito ha infatti determinato, specie nei paesi a basso e medio reddito, una riduzione dei servizi e dei finanziamenti per la lotta all’AIDS, con ricadute negative per le fasce di popolazione chiave più fragili e più esposte all’infezione da HIV. Nella seconda sezione il focus dell’osservazione del fenomeno si sposta in Italia e in Toscana: sono presentati il rapporto di COA, il rapporto dell’Osservatorio di epidemiologia di ARS e la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2022. La terza sezione è dedicata alla rassegna di articoli pubblicati nel periodo compreso fra 1 dicembre 2021 e novembre 2022 su www.cesda.net. Infine, le principali fonti da cui è possibile consultare dati e informazioni su HIV e AIDS sono contenute nella sitografia che chiude il Dossier.

Status report on prison health in the WHO European Region 2022, WHO Regional Office for Europe, Copenhagen, 2023, 504 pp.
Questo rapporto propone una panoramica delle prestazioni dei sistemi di salute carceraria negli Stati europei. Contiene dati del 2020 ottenuti tramite un sondaggio effettuato in 36 paesi, in cui un totale di 613.497 persone sono private della libertà. Servizi preventivi, come i vaccini, sono stati offerti dappertutto per il Covid-19, mentre persistono ancora deficienze nell’accesso alla vaccinazione per altre malattie come l’epatite B. Soltanto una metà circa degli Stati membri assicurano l’accesso ai comuni servizi sanitari. La condizione più frequente è quella dei disordini di salute mentale, ma l’accesso alle cure e al trattamento psichiatrico è subottimale. Urgente attenzione richiedono anche i problemi di tossicodipendenza, di diffusione dell’epatite C e dell’Hiv, mentre la principale causa di morte in prigione continua ad essere il suicidio. Il sovraffollamento è riscontrato nel 20% degli Stati membri.

ECDC European Centre for Disease Prevention and Control, HIV testing in Europe and Central Asia. Monitoring implementation of the Dublin Declaration on partnership to fight HIV/AIDS in Europe and Central Asia: 2022 progress report, ECDC European Centre for Disease Prevention and Control, Solna, 2023, 30 pp.
Questo rapporto presenta la situazione dei test HIV in Europa e in Asia centrale, riassumendo i dati sull’attuazione delle linee guida nazionali che modellano le politiche sui test HIV, la fornitura e l’adozione di servizi di test HIV e gli sforzi compiuti per ampliare l’uso dei test HIV e ridurre la diagnosi tardiva. Nell’anno di riferimento 2022, le risposte sono state presentate all’ECDC da 51 dei 55 paesi europei e dell’Asia centrale. Solo l’83% delle persone che vivono con l’HIV (PLHIV) in Europa e in Asia centrale conoscono il proprio stato di sieropositività, evidenziando la necessità di rafforzare ed espandere i servizi di test. Quaranta Paesi hanno riferito di disporre di linee guida nazionali per il test dell’HIV, tuttavia, un terzo dei paesi segnalanti ha indicato che le loro linee guida risalgono a più di cinque anni fa. La pandemia di COVID-19 e le conseguenti misure di sanità pubblica hanno avuto un impatto negativo sulla fornitura e sull’adozione dei test HIV, con i Paesi che hanno segnalato servizi di test ridotti e maggiori difficoltà di accesso.

World Health Organization (WHO), Public health dimension of the world drug problem. Report by the WHO Director-General, WHO, [S.l.], 2022, 5 pp.
Con circa 275 milioni di persone che fanno uso di droghe psicoattive nel 2020 e un aumento previsto dell’11% in tutto il mondo e del 40% nella sola Africa entro il 2030, e con una stima di 36 milioni di persone con disturbi da uso di droghe, la portata dei problemi di salute pubblica legati all’uso di droghe, ai disturbi da uso di droghe e alle condizioni di salute correlate continua a essere molto elevata. Questo breve Report del Direttore Generale del WHO alla 75ma Assemblea Mondiale della Sanità, riporta le ultime stime dell’OMS sull’incremento, negli ultimi anni, di consumo di droghe (prevalentemente oppioidi e cannabis) e alle morti ad esso correlate e sulle infezioni da HIV, epatite virale e infezioni sessualmente trasmissibili. Allo stesso tempo, il Report evidenzia che gli analgesici e gli psicofarmaci oppioidi sotto controllo internazionale sono indispensabili per la fornitura di servizi sanitari essenziali, tra cui le cure palliative, la gestione del dolore e il trattamento dei disturbi mentali, neurologici e da uso di sostanze. Sullo stesso argomentosi veda anche il rapporto “Public health dimension of the world drug problem: how WHO works to prevent drug misuse, reduce harm and improve safe access to medicine”.

DELTA-95CROI Conference of Retroviruses and opportunistic infections, in Delta, n. 95 (primavera 2023) – on line, pp. 10-12
La conferenza è iniziata con la lettura inaugurale di Anthony Fauci che lascia l’incarico per limiti di età e con la conferma che durante tutti questi anni di ricerca si è arrivati a poter confermare che oggi una persona di 21 anni che scopre di avere l’HIV ha un’aspettativa di vita di altri 58 anni. L’intero spettro di studi presentati non ha dato conferme storiche, ma ha rappresentato un momento di approfondimento nella ricerca e sviluppo delle conoscenze sull’HIV anche per quanto riguarda la compromissione neuro-cognitiva e la depressione. Nelle pagine successive della rivista vengono presentate sintesi delle videointerviste ai medici italiani che hanno partecipato alla conferenza presentando i propri studi e rappresentanti della community (pp. 13-15). Le videointerviste sono visibili sul sito www.nadironlus.org.

LILA Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS, LILA Report 2022. HIV e AIDS in Italia,  LILA Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS, [S.l.], 2022, 52 pp.
Il report annuale della LILA sull’HIV/AIDS in Italia è un’analisi delle migliaia di contatti e relazioni con le persone che quotidianamente riceve e sostiene presso i suoi servizi o che incontra nelle sue attività. Attori di questo lavoro sono le operatrici e gli operatori della LILA: vere e proprie “antenne sociali” sui territori, in grado, con la loro formazione, non solo di fornire supporto immediato alle singole persone, ma anche di intercettare i problemi, le emergenze, le criticità, l’immaginario del nostro paese rispetto all’HIV/AIDS. Pur non avendo valore statistico, quest’analisi può, dunque, fornire una lettura significativa delle necessità e dei problemi legati alla prevenzione, al sesso più sicuro, al test, al vivere con l’HIV, al rispetto dei diritti delle persone. Dal dossier emergono quindi indicazioni politiche per innovare e migliorare la risposta all’HIV/AIDS in Italia. Si tratta di “buone ed efficaci pratiche d’intervento” da cui molto potrebbero apprendere anche le istituzioni. Nella sfida per sconfiggere l’AIDS entro il 2030, come sancito dagli Obiettivi ONU di Sviluppo Sostenibile (SDGs), il ruolo delle community e del terzo settore è centrale; istituzioni e governi hanno il dovere di favorirne la partecipazione e di mettere a disposizione le risorse adeguate in un’ottica di co -progettazione e sussidiarietà. Allegati a questo report riassuntivo si trovano il Report dei servizi di Helpline e Supporto LILA 2022; il Report delle attività e dei servizi di testing LILA 2022 e il Report JUST LILA 2022 di cui questo testo è una sintesi.

Scott T. Walters … [et al.], Modifications to the HEALing Communities Study in response to COVID-19 related disruptions, in Drug and alchool dependence, art. 108669 (mag. 2021) – on line, pp. 1-2
La pandemia di COVID-19 ha coinciso con un aumento dei casi di per overdose da oppiacei e ha posto oneri significativi su medici e sistemi di trattamento della salute mentale che avrebbero potuto altrimenti implementare pratiche basate sull’evidenza (EBP) per ridurre queste morti. Durante il COVID-19 le interruzioni hanno avuto un impatto significativo sull’attuazione dell’intervento delle comunità che curano (CTH). Di conseguenza, si è deciso di modificare il disegno di ricerca [si veda a proposito la monografia con collocazione 2282E nel vol. 207 del dic. 2020] allungando i tempi e limitando alcune azioni. Queste modifiche consentiranno tempo e risorse aggiuntive per mitigare l’impatto della pandemia di COVID-19 sull’attuazione dell’intervento nelle CTH.

Confronting inequalities. Lessons for pandemic responses from 40 years of AIDS, UNAIDS, Geneva, 2021, 384 pp.
Il documento è l’edizione del 2021 del rapporto UNAIDS Global AIDS Update, che aggiorna una serie di dati riguardanti l’AIDS a livello mondiale. I dati mostrano i progressi già realizzati e quanto si può fare nei prossimi anni per raggiungere l’obiettivo di porre fine all’epidemia di AIDS entro l’anno 2030. Il rapporto mostra che le persone con HIV sono più vulnerabili all’infezione di COVID-19, ma crescenti disuguaglianze impediscono loro di accedere ai vaccini per il coronavirus e ai servizi per l’HIV. Le restrizioni e i lockdown imposti durante la pandemia da COVID-19 hanno interrotto i test per l’infezione da HIV e in molti paesi non è stato più possibile fare diagnosi e indirizzare le persone affette verso le cure. Le disuguaglianze nell’accesso ai test e alle cure riguardano in particolare alcune categorie di persone, come i consumatori di droghe, le persone transgender, le prostitute e i loro partner sessuali, come pure bambini e adolescenti, donne e migranti. Queste disuguaglianze non sono naturali, ma sono il frutto di politiche non inclusive. Il rapporto dell’anno precedente è Prevailing against pandemics by putting people at the centre. World AIDS day report 2020, UNAIDS, Ginevra, 2020, 79 pp.

5Start Free, Stay Free, AIDS Free. Final report on 2020 targets, UNAIDS, Geneva, 2021, 91 pp.
Il rapporto dovrebbe indicare i progressi verso la fine dell’epidemia di AIDS tra i bambini, gli adolescenti e le giovani donne, ma nessuno degli obiettivi che erano stati stabiliti per il 2020 è stato raggiunto: nel mondo, nel 2020 il numero totale di minori in trattamento per l’infezione da HIV è diminuito per la prima volta e circa la metà dei minori affetti non viene curato. Il documento aggiorna sulle azioni necessarie per terminare l’infezione da HIV nei minori nei Paesi interessati, dove bisogna agire per prevenire la trasmissione verticale da madre a figlio durante la gravidanza e l’allattamento e garantire l’accesso ai trattamenti alle donne per tutta la vita.

Young people and HIV, UNAIDS, Geneva, 2021, 16 pp.
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi 10 anni, con un 46% di calo delle nuove infezioni da HIV tra i giovani (15-24 anni), due su sette nuove infezioni sono ancora contratte da persone giovani e solo un giovane su tre dimostra di avere sufficienti conoscenze per prevenire i comportamenti a rischio. I progressi non sono uniformi, con forti riduzioni delle nuove infezioni HIV tra i giovani in alcuni Paesi, in particolare in Africa orientale e meridionale, ma progressi limitati nella riduzione dell’incidenza dell’HIV tra i giovani delle popolazioni chiave (tossicodipendenti, operatori del sesso, minoranze sessuali…) nella maggior parte dei Paesi. Sono necessari ulteriori sforzi da realizzare per affrontare i fattori strutturali che aumentano la vulnerabilità di ragazze adolescenti e giovani donne e il loro rischio di contrarre l’HIV, come le disuguaglianze e la violenza di genere, la povertà, lo stigma e l’insufficiente attuazione di programmi di educazione sessuale. Le leggi e le politiche sull’età del consenso, inoltre, sono una delle principali barriere per l’accesso ai servizi sanitari per la sessualità e la riproduzione da parte dei giovani. Le strategie e i programmi nazionali di prevenzione dovrebbero essere olistici e rispondere ai bisogni dei giovani (donne in particolare) in tutta la loro diversità, sia a scuola che fuori dalla scuola.

Politiche sanitarie

Economist Impact, A triple dividend. The health, social and economic gains from financing the HIV response in Africa, UNAIDS, London [etc.], 2023, 91 pp.
Finanziare interamente la risposta all’HIV per rimettersi in carreggiata e raggiungere gli obiettivi del 2030 produrrà sostanziali vantaggi sanitari, sociali ed economici nei paesi africani. Questi risultati sono evidenziati in questo rapporto che presenta i risultati della ricerca condotta dall’Economist Impact per valutare l’impatto sanitario, demografico, sociale ed economico associato a diversi scenari per finanziare azioni a contrasto dell’epidemia di HIV in 13 Paesi selezionati dell’Africa sub-sahariana. I risultati presentati in questo rapporto si basano su approfondimenti raccolti da una revisione della letteratura, interviste ad esperti e analisi basate su un modello di impatto sviluppato dall’Economist Impact per misurare l’impatto dei diversi livelli di finanziamenti.

imagesEuropean Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), Prevention and control of infectious diseases among people who inject drugs: 2023 update. ECDC and EMCDDA guidance, ECDC, Stockholm, 2023, 42 pp.
La guida intende supportare i decisori politici e i pianificatori dei programmi sociosanitari fornendo basi comprovate per lo sviluppo di strategie nazionali, politiche e programmi di prevenzione e di controllo delle infezioni e delle malattie infettive tra i consumatori di droghe. Inoltre, fornisce indicazioni pratiche e informa sul monitoraggio e la valutazione delle strategie di prevenzione e controllo, delle politiche e dei programmi. Le principali infezioni considerate sono epatite B, epatite C, HIV e tubercolosi. Sono discusse con minor dettaglio anche altre malattie per le quali i consumatori di droghe sono a rischio, tra cui le infezioni respiratorie come COVID-19 e influenza, infezioni della pelle, malattie sessualmente trasmissibili. Sono considerati soprattutto i consumatori di oppiacei, ma gli interventi proposti possono valere anche per altre sostanze e per il policonsumo. Per la pianificazione di servizi alla salute a livello nazionale esiste anche una guida della World Health Organization, Guidance for national strategic planning (NSP). Health sector response to HIV, viral hepatitis and sexually transmitted infections, World Health Organization, Geneva, 2023, 131 pp.

UNAIDS, Community-led monitoring in action. Emerging evidence and good practice, UNAIDS, Geneva, 2023, 44 pp.
Questo rapporto sintetizza le informazioni disponibili sul valore del monitoraggio dei servizi da parte di gruppi di pazienti. Il CLM (Community Led Monitoring) è un processo ciclico in cui le persone affette in particolare da HIV, tubercolosi e malaria, controllano sistematicamente – in collaborazione con partner chiave – i servizi sanitari, analizzano i dati qualitativi e quantitativi raccolti e guidano azioni di sostegno basate sull’evidenza per migliorare i servizi, generare soluzioni e creare un ambiente facilitante per il loro benessere

ECDC European Centre for Disease Prevention and Control, Stigma: survey of people living with HIV. Monitoring implementation of the Dublin Declaration on partnership to fight HIV/AIDS in Europe and Central Asia: 2022 progress report, ECDC, Stockholm, 2023, 19 pp.
Lo stigma e la discriminazione ostacolano l’accesso ai servizi sociosanitari per le persone affette da HIV in tutto il mondo. Il documento fornisce i risultati di un’indagine volta a esaminare questa esperienza in Europa e Asia centrale, per valutare il progresso verso l’obiettivo di discriminazione zero, fissato da UNAIDS per il 2030. L’indagine ha coinvolto 3272 persone di 54 paesi, la maggior parte identificatisi come gay, bisessuali o uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Nonostante questi limiti dell’indagine, i risultati, pur non essendo rappresentativi di tutte le categorie di persone che convivono con l’HIV, indicano la necessità di interventi di educazione, consapevolezza e altro riguardanti lo stigma, come pure la necessità di raccolta di dati a livello nazionale nei vari Paesi. Sulla necessità di affrontare lo stigma e la discriminazione legati all’HIV come impegno entro il 2030, si vedano anche il documento dell’UNAIDS: Global partnership for action to eliminate all forms of HIV-related stigma and discrimination, UNAIDS, Geneva, 2023, 36 pp.; le schede UNAIDS: HIV criminalization,. HIV e persone che fanno uso di droghe, HIV e uomini gay e che fanno sesso con altri uomini, HIV e transgender e altre persone con diversità di genere, HIV e prostituzione, HIV e persone in carcere e altri ambienti chiusi e HIV e stigma e discriminazione. Si consultino inoltre gli articoli di Delta: UNAIDS, La fine dell’AIDS entro il 2030, in Delta, n. 95 (primavera 2023) – on line, pp. 16-17 e “High-Level Meeting on AIDS. End Inequalities. End AIDS”, n. 90 (estate 2021), pp. 1-1

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UNAIDS, A pandemic triad. HIV, COVID-19 and debt in developing countries, UNAIDS, Ginevra, 2022, 40 pp.
Questo rapporto analizza l’intersezione tra HIV, COVID-19 e debito pubblico nei paesi in via di sviluppo. Lo scontro tra il COVID-19 e una tremenda crisi del debito ha riportato gli stati colpiti indietro di decenni – mettendo a rischio gli investimenti su salute e HIV presenti e futuri. Vengono qui proposte delle opzioni pragmatiche per affrontare questa triade pandemica.

Global HIV Prevention Coalition, HIV prevention 2025 road map. Getting on track to end AIDS as a public health threat by 2030, UNAIDS, Ginevra, 2022, 48 pp.
Questo documento presenta il nuovo piano d’azione per la prevenzione delle infezioni da HIV della Global HIV Prevention Coalition. La road map indica la strada da seguire per un un’azione a livello nazionale mirata a raggiungere gli ambiziosi obiettivi per la prevenzione dell’HIV posti per il 2025 dalla “Political Declaration on HIV and AIDS” e dalla “Global AIDS Strategy (2021–2026)”.

Rilanciare la lotta alla pandemia dimenticata. L’HIV 40 anni dopo. Una nuova agenda per fermare l’infezione, in Quotidiano sanità, n. 38 (2022) – on line, pp. 5-45
Il documento si inserisce nell’ambito del progetto APRI – Aids Plan Regional Implementation, e raccoglie diversi contributi di aggiornamento sulla lotta all’AIDS in Italia, dove esistono ancora troppe disparità regionali nell’applicazione del Piano Nazionale AIDS. A partire dall’analisi dei cambiamenti epidemiologici e socioassistenziali nell’evoluzione dell’infezione da HIV e dalla verifica dei mutati bisogni dei pazienti, il documento intende supportare le istituzioni e le realtà dedicate al miglioramento della gestione dell’HIV attraverso la condivisione delle conoscenze e l’orientamento per l’ottimizzazione degli strumenti e l’aggiornamento dei servizi e dei processi di presa in carico del malato, integrati nell’ambito delle reti e dei servizi che saranno definiti in attuazione del PNRR e della revisione della L. 135/1990, con attenta valutazione dei bisogni del paziente e del suo contesto.

Harm Reduction International, The Global State of Harm Reduction 2022, Harm Reduction International, Londra, 2022, 152 pp.
Il documento costituisce un’analisi indipendente della riduzione del danno nel mondo. I dati forniti riguardano lo stato dei servizi, dei programmi e delle politiche di riduzione del danno nei diversi paesi del mondo nell’ambito del consumo di droga (iniettabile, fumo e farmaci stimolanti), dell’infezione da HIV e da virus dell’epatite, nonché l’impatto della pandemia di COVID-19 su tali servizi. Si veda anche Harm reduction for people who use drugs: priorities for investment and increased impact in HIV programming. Technical brief. Allocation Period 2023-2025, The Global Fund, Ginevra, 2022, 39 pp.

consolidatedConsolidated guidelines on HIV, viral hepatitis and STI prevention, diagnosis, treatment and care for key populations, World Health Organization (WHO), Geneva, 2022, 144 pp.
Questo documento presenta linee guida consolidate su HIV, epatite virale e prevenzione, diagnosi, trattamento e cura delle popolazioni chiave che delineano una risposta di salute pubblica per 5 popolazioni chiave (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, persone trans e di genere diverso, prostitute, persone che si iniettano droghe e persone nelle carceri e in altri ambienti chiusi). In particolare per le popolazioni chiave, fattori sociali, legali, strutturali e altri fattori contestuali aumentano la vulnerabilità all’HIV, all’epatite virale e alle malattie sessualmente trasmissibili e ostacolano l’accesso alla salute e ad altri servizi essenziali. Queste linee guida sottolineano l’importanza fondamentale di affrontare in via prioritaria le barriere strutturali in tutti i contesti. Nella maggior parte dei Paesi, la copertura inadeguata e la scarsa qualità dei servizi per le popolazioni chiave continuano a minare le risposte all’HIV, all’epatite virale e alle malattie sessualmente trasmissibili. Tutti i paesi dovrebbero dare la priorità al raggiungimento delle popolazioni chiave e al sostegno delle comunità chiave della popolazione per guidare la risposta e fornire servizi equi, accessibili e accettabili. Nel 2023 è stato pubblicato un aggiornamento a questo documento: INPUD, UNODC, World Health Organization, Recommended package of interventions for HIV, viral hepatitis and STI prevention, diagnosis, treatment and care for people who inject drugs. Policy brief, World Health Organization, Geneva, 2023, 16 pp.

World Health Organization, Consolidated guidelines on person-centred HIV strategic information: strengthening routine data for impact, World Health Organization, Geneva, 2022, 389 pp.
Mentre la risposta all’HIV si concentra sulla chiusura delle restanti lacune nei servizi di prevenzione, test e trattamento, è necessaria un’evoluzione dei sistemi di dati di routine sottostanti per identificare i modelli epidemiologici e le lacune dei servizi e accelerare gli interventi mirati. Queste linee guida si concentrano sulla raccolta e l’uso di dati incentrati sulla persona lungo tutta la catena dell’HIV – dalla prevenzione, ai test e al trattamento fino all’assistenza sanitaria a lungo termine – basandosi sulle linee guida informative strategiche del 2017 e del 2020.

hiv1UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), Technical brief: Transgender people and HIV in prisons and other closed settings, UNODC, Vienna, 2022, 12 pp.
Le persone transgender spesso subiscono forme di discriminazione anche nei sistemi di giustizia penale. Le evidenze indicano che l’emarginazione, la criminalizzazione e la discriminazione possono portare a una maggiore vulnerabilità e al rischio di problemi di salute mentale e fisica a lungo termine, tra cui l’aumento del rischio di HIV e di altre infezioni sessualmente trasmissibili e l’esperienza di violenza sessuale. Il presente documento, pubblicato dall’UNODC insieme a OMS, UNAIDS, UNDP e PRI, illustra i principi guida e gli interventi mirati a sostenere i Paesi nel ridurre il rischio di infezione e trasmissione dell’HIV tra le persone transgender detenute in carcere e in altri contesti chiusi e nel garantire loro un’assistenza sanitaria adeguata e accessibile. E’ destinato ai responsabili politici, alle autorità carcerarie e al personale penitenziario, compresi gli operatori sanitari, nonché ai membri delle organizzazioni intergovernative, non governative e della società civile che operano nei settori della salute e dei diritti umani.

Filippo Von Schlosser, ICAR. Italian conference on AIDS and Antiviral Research, in Delta, n. 96 (estate 2023) – on line, pp. 4-4
Con lo slogan “Dalla Prevenzione alla Cura”, ha avuto luogo la XV Edizione di ICAR ove ricerca e Organizzazioni del Terzo Settore si sono incontrate per riunire in una sede unica le ricerche effettuate durante l’anno. Nella special session è stata presentata la campagna U = U che mira a far conoscere il messaggio della non trasmissibilità dell’HIV in assenza di carica virale quantificabile per diminuire lo stigma che si prova nei confronti delle persone con HIV. Sono stati inoltre presentati molti studi clinici, alcuni dei quali sui test per individuare l’hiv (INSTI). Si lamenta ancora la sottorappresentazione della donna negli studi e la mancanza di accesso delle persone con HIV agli studi clinici su farmaci non antiretrovirali e si auspica la creazione di linee guida italiane, dato che le ultime furono concepite nel 2016. Sull’edizione precedente della conferenza si consulti l’articolo dello stesso A.: ICAR 2022, in Delta, n. 93 (estate 2022) – on line, pp. 2-3, mentre sulla campagna contro lo stigma si consulti l’articolo: Nadir, U = U Ne sappiamo abbastanza?, in Delta, n. 94 (inverno 2022) – on line, pp. 10-11

A cura di Peter Hayward, Funding the future of the HIV response, in The Lancet HIV, vol. 9, n. 9 (set. 2022) – on line, 1 pp.
L’editoriale della rivista è dedicato ad alcune brevi riflessioni sui progressi nella lotta contro l’HIV nell’ultimo decennio, con una particolare attenzione alle conseguenze della pandemia da Coronavirus e alle carenze di finanziamento riscontrate negli ultimi periodi.

9789240053779-eng.pdfWorld Health Organization, Global health sector strategies on, respectively, HIV, viral hepatitis and sexually transmitted infections for the period 2022-2030, World Health Organization, Ginevra, 2022, 134 pp.
Le strategie globali riguardanti, rispettivamente, l’HIV, l’epatite virale e le infezioni sessualmente trasmesse per il periodo 2022-2030 guidano il settore sanitario nell’attuazione di risposte mirate per raggiungere l’obiettivo di fine all’AIDS, all’epatite virale B e C e alle infezioni sessualmente trasmesse entro il 2030. Le strategie raccomandano: azioni condivise e specifiche per ogni Paese, supportate da interventi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dei partner, tenendo conto dei cambiamenti epidemiologici, tecnologici e contestuali degli ultimi anni e sfruttando le innovazioni e le nuove conoscenze per risposte più efficaci ; la lotta alle disuguaglianze per raggiungere le persone più colpite e a rischio per ciascuna malattia; sinergie nell’ambito della copertura sanitaria universale e dell’assistenza sanitaria di base. Sullo stesso argomento si segnalano le seguenti pubblicazioni: “Global HIV, Hepatitis and STIs Programmes – Strategies” e “Global health sector strategies – Development process“.

UNAIDS, Integration of mental health and HIV interventions. Key considerations, UNAIDS, Ginevra, 2022,  92 pp.
Questa pubblicazione dell’UNAIDS ha lo scopo di enfatizzare l’importanza di integrare i servizi di cura per l’HIV e i servizi per la salute mentale. È principalmente rivolta a policy-makers e implementatori di servizi e programmi dai livelli locali a livelli nazionali e internazionali, e offre una vasta raccolta di strumenti, linee guida e best practices per facilitare l’integrazione di servizi e interventi per approcciare i problemi intercorrelati di salute mentale, HIV e uso di sostanze, raggruppando e correlando tra loro varie risorse preesistenti. Nonostante il focus sia sull’integrazione dei servizi di salute mentale con quelli per l’HIV, le considerazioni qui incluse potrebbero essere rilevanti anche per altri servizi, incluse comorbidità dell’HIV quali tubercolosi, epatite virale e malattie veneree. Sull’argomento si consulti anche il documento “Scoping consultation on noncommunicable diseases and mental health conditions in people living with HIV“.

UNAIDS, Remove laws that harm, create laws that empower. Zero Discrimination Day 1 March 2022, UNAIDS, Ginevra, 2022, 12 pp.
Per il Zero Discrimination Day del 2022, l’UNAIDS mette in evidenza la necessità di muoversi contro le leggi discriminatorie. In tanti paesi, le leggi determinano trattamenti differenziali per le persone, escludendole da servizi essenziali o costringendoli a ingiuste restrizioni, semplicemente in base a chi sono, cosa fanno o chi amano. Queste leggi sono discriminatorie, negano i diritti umani e le libertà fondamentali. Questo documento presenta a linee generali il problema, i gruppi di persone più colpiti da leggi discriminatorie, e cosa si può fare per cambiare queste leggi.

LAIDS-in-Italia-1982-1996Fiammetta Balestracci, Fabio Guidali, Enrico Landoni, L’AIDS in Italia (1982-1996). Istituzioni, società, media, Ospedaletto (Pisa), Pacini, 2022, 231 pp.
Il libro ripercorre i momenti salienti della fase più acuta dell’emergenza Aids, ricostruendo il dibattito politico-parlamentare, valutando gli esiti delle principali iniziative di carattere legislativo assunte sul fronte del contenimento del contagio e analizzando l’impatto prodotto dall’epidemia e dal suo racconto sulla società italiana. Il volume pone l’attenzione sulla rappresentazione giornalistica e televisiva della malattia e sulle prime campagne pubblicitarie di sensibilizzazione e informazione promosse dal governo a cavallo tra anni ottanta e novanta. Si veda anche l’articolo di Nicoletta Frattini, HIV e Aids. un po’ di storia, in Esse più, a.30, n. 1 (gen.-feb. 2021), pp. 7-11
Collocazione  Biblioteca: 19525

HIV self-testing at workplaces: approaches to implementation and sustainable financing, World Health Organization (WHO), Geneva, 2022, 16 pp.
Si stanno facendo progressi verso l’obiettivo globale del 95% delle persone che vivono con l’HIV con consapevolezza del proprio stato entro il 2025. Tuttavia, permangono notevoli divari nel raggiungimento di questi obiettivi a livello globale. Gli uomini in contesti ad alto carico di HIV e gli uomini provenienti da popolazioni chiave in tutti i contesti hanno costantemente meno probabilità di conoscere il proprio stato di HIV rispetto alle donne. A livello globale, il 78% degli uomini di età pari o superiore a 15 anni che convivono con l’HIV è consapevole del proprio stato di HIV, rispetto all’86% delle donne con HIV di questa età. L’offerta di servizi per il test dell’HIV, compreso l’autotest dell’HIV, nei luoghi di lavoro formali e informali è emerso come un approccio efficace, accettabile e fattibile per raggiungere gli uomini. Un documento politico dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) del 2018 fornisce i principi guida chiave per l’attuazione dell’HIVST nei luoghi di lavoro. Basandosi sul documento programmatico del 2018, questo documento raccoglie le prime esperienze con l’implementazione dell’HIVST nei luoghi di lavoro e discute gli approcci emergenti di finanziamento sostenibile che possono essere adattati per l’autotest dell’HIV nei luoghi di lavoro. I destinatari principali di questo documento programmatico sono i ministeri della salute e del lavoro, i programmi nazionali per l’HIV, le organizzazioni dei datori di lavoro, le organizzazioni dei lavoratori (sindacati), le imprese, i partner esecutivi, comprese le organizzazioni della società civile e le agenzie di assicurazione sanitaria.

9789240040236-eng.pdfComprehensive package of care for infants and young children exposed to HIV- Policy brief,     World Health Organization (WHO), Geneva, 2022, 34 pp.
Nonostante i progressi globali per eliminare la trasmissione verticale dell’HIV, gli obiettivi per la copertura della terapia antiretrovirale materna (ART) e la nuova trasmissione verticale devono ancora essere raggiunti. Sebbene siano state documentate tendenze incoraggianti nell’Africa orientale e meridionale (l’epicentro della pandemia di HIV), permangono sfide persistenti nell’impedire ai neonati e ai bambini piccoli di contrarre l’HIV durante la gravidanza e il periodo dell’allattamento al seno. Questo documento politico delinea lo sfondo, la giustificazione, la portata e le componenti di un pacchetto completo di assistenza per neonati e bambini piccoli esposti all’HIV. Sebbene il pacchetto completo di assistenza includa interventi materni, neonatali e infantili, questo documento politico si concentra principalmente sul pacchetto di servizi per lattanti e bambini fino a due anni di età che sono esposti all’HIV. Sottolinea gli interventi materni che influenzano direttamente il processo decisionale per gli interventi per i neonati e i bambini piccoli esposti all’HIV. Per gli interventi dettagliati per prevenire la trasmissione verticale, inclusa la prevenzione combinata dell’HIV per le donne in gravidanza e in allattamento a rischio di contrarre l’HIV, vedere le linee guida consolidate dell’OMS 2021. Per quanto riguarda invece le madri adolescenti si consulti il documento Safeguarding the future. Giving priority to the needs of adolescent and young mothers living with HIV, World Health Organization (WHO) and the United Nations Children’s Fund (UNICEF), Geneva, 2021, 26 p. Ulteriori informazioni e dati sull’argomento si trovano sul sito della Coalition for Children Affected by AIDS e consultando il documento “Family Planning for Adolescents and Women at High Risk for HIV“.

European Centre for Disease Prevention and Control, HIV Continuum of care. Monitoring implementation of the Dublin Declaration on partnership to fight HIV/AIDS in Europe and Central Asia: 2020 progress report, ECDC, Stockholm, 2021, 52 pp.
Il Rapporto fa il punto sull’avanzamento dei progressi verso il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla comunità internazionale riguardo alla lotta all’AIDS (l’iniziativa “90-90-90” dell’ONU). Le regioni qui prese in esame sono l’Europa e l’Asia centrale. Per i diversi paesi il documento fornisce i dati riguardanti il numero stimato di persone con HIV, la percentuale di persone diagnosticate, la percentuale di queste in trattamento e infine la percentuale di soggetti in trattamento che hanno raggiunto la soppressione virale. I dati, aggiornati al 2020, sono riferiti alla popolazione generale e a popolazioni specifiche: i migranti, gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, le persone che fanno uso di droghe iniettabili, persone che si prostituiscono, i detenuti. Nel complesso, solo il 16% dei paesi ha raggiunto o superato gli obiettivi.

United Nations General Assembly, Resolution adopted by the General Assembly on 8 June 2021. Seventy-fifth session. Agenda item 10. Implementation of the Declaration of Commitment on HIV/AIDS and the political declarations on HIV/AIDS, United Nations General Assembly, New York,  2021, 19 pp.
Gli Stati Membri delle Nazioni unite hanno adottato questa dichiarazione politica al “United Nations General Assembly High-Level Meeting on AIDS” tenutosi a New York il 9 Giugno 2021. La dichiarazione politica richiede agli stati membri di provvedere accesso a opzioni di prevenzione dell’HIV efficaci e incentrate sulla persona al 95% di tutte le persone a rischio di contrarre l’HIV in tutti i gruppi epidemiologicamente rilevanti, tutte le fasce d’età e tutti i setting geografici. Chiede inoltre di assicurare che il 95% delle persone che vivono con l’HIV siano a conoscenza del loro stato di salute, 95% delle persone a conoscenza di essere infetti siano in corso di trattamento per l’HIV e 95% delle persone in trattamento per HIV siano viralmente soppressi. Se la comunità internazionale raggiungerà gli obbiettivi, entro il 2030 saranno state prevenute 3.6 milioni di nuove infezioni di HIV e 1.7 milioni di morti correlate all’AIDS. Il testo è disponibile in inglese, francese, spagnolo, russo, arabo e cinese.

DELTA-90Nadir, Raccomandazioni per la gestione hiv in presenza di Covid-19, in Delta, n. 90 (estate 2021), pp. 16-17
Il 10 maggio 2021 il Ministero della Salute ha aggiornato il documento di gestione delle persone con HIV in periodo di emergenza. Sono redatte, su indicazioni del CTS, sezioni L e M, per la Lotta all’AIDS, nel contesto emergenziale dovuto alla diffusione del SARS-CoV-2. Anche se i dati di letteratura non appaiono totalmente concordi, diversi lavori documentano un aumentato rischio di malattia severa e di morte associate al cofattore HIV in corso di COVID-19. L’articolo stralcia parte del documento che prende atto della situazione che minaccia la stabilità del percorso di salute delle persone sieropositive (PLWH). Si veda anche i seguenti documenti: Global Hiv Prevention Coalition (GPC), Preventing HIV infections at the time of a new pandemic. A synthesis report on programme disruptions and adaptations during the COVID-19 pandemic in 2020, UNAIDS, Geneva, 2021, 105 pp. ;  UNAIDS, COVID-19 and HIV: 1 moment, 2 epidemics, 3 opportunities. How to seize the moment to learn, leverage and build a new way forward for everyone’s health and right, UNAIDS, Geneva, 2020, 28 pp.

Prevenzione e cura: ricerche ed esperienze

ECDC European Centre for Disease Prevention and Control, Pre-exposure prophylaxis for HIV prevention in Europe and Central Asia. Monitoring implementation of the Dublin Declaration – 2022 progress report, ECDC European Centre for Disease Prevention and Control, Stockholm, 2023, 9 pp.
La profilassi pre-esposizione (PrEP) è molto efficace nel prevenire nuove infezioni da HIV se assunta come prescritto. Dal 2016, la PrEP è diventata sempre più disponibile attraverso i sistemi sanitari nei Paesi OMS della regione europea, ma nel 2022 17 Paesi (cinque nell’UE) non avevano ancora implementato formalmente la PrEP nei propri sistemi sanitari. Alcune popolazioni chiave, come le persone che si iniettano droghe, i prigionieri e i migranti privi di documenti, rimangono non idonee alla PrEP in molti Paesi. La PrEP viene fornita principalmente in contesti clinici, come cliniche di malattie infettive e cliniche di salute sessuale, e nella maggior parte dei paesi della regione europea dell’OMS richiede una prescrizione da parte di un medico. Una migliore raccolta dei dati e una migliore sorveglianza sull’adozione della PrEP sono fondamentali per ottenere una corretta comprensione da parte di chi vi accede. Inoltre, la condivisione delle migliori pratiche, in particolare quelle relative alla fattibilità, ai costi e alle questioni tecniche, sosterrebbe una maggiore fornitura di PrEP nella Regione. Si vedano anche: il documento Implementation tool for pre-exposure prophylaxis of HIV infection – Integrating STI services, World Health Organization (WHO), Geneva, 2022, 50 pp. e il documento dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), HIV Pre-Exposure Prophylaxis in the EU/EEA and the UK: implementation, standards and monitoring. Operational guidance, ECDC, Stoccolma, 2021, 47 pp.

curcioGiuseppe Cerasari, L’Aids colpisce ancora. Il dramma di una realtà, Curcio, Roma, 2023, 246 pp.
Il libro prende le mosse da una lunga e complessa esperienza personale dell’autore al servizio della salute e della cura di un’infinità di pazienti, di cui narra le storie vissute e sofferte, in un periodo in cui il mondo intero combatteva una lunga e disperata battaglia contro l’HIV. Il vero filo conduttore del libro vuole essere non solo la storia dell’epidemia, ma il sentimento commosso e partecipe di chi ha vissuto sulla propria pelle questa realtà, traendone la convinzione della fragilità della natura umana e di come ogni epoca e ogni società debbano rispondere al meglio alle sfide che vengono loro imposte.
Collocazione Biblioteca: 20172

Sarah E. Wiehe … [et al.], HIV care continuum among people living with HIV and history of arrest and mental health diagnosis, in JAIDS Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes, n. 5 (dic. 2023) – on line, Vol. 94, pp. 403-411
L’avere avuto guai con la giustizia e presentare una comorbilità psichiatrica contribuiscono all’eccesso di morbilità da HIV, ma la loro interazione è poco conosciuta. In questa ricerca sono state esaminate le associazioni di questa sovrapposizione con gli esiti dell’HIV tra le persone che vivono con l’HIV (PLWH). Si tratta di uno studio di coorte retrospettivo sulle PLWH di età pari o superiore a 13 anni residenti nella contea di Marion (Indianapolis), nel corso del 2018 (n = 5730) utilizzando dati clinici, degli arresti e di sorveglianza HIV collegati. L’utilizzo delle cure ambulatoriali migliora gli esiti dell’HIV, anche tra quelli con coinvolgimento con la giustizia e comorbilità psichiatriche. Tra le persone arrestate, l’accesso a un programma comportamentale prescritto dal tribunale può migliorare, anziché ostacolare, la cura dell’HIV.

Asa Radix … [et al.], Alto indice di HIV tra gli uomini transgender, in Delta, n. 96 (estate 2023) – on line, pp. 3-3
Gli uomini transgender e le persone transmaschili negli Stati Uniti hanno un tasso più elevato di HIV rispetto alla popolazione in generale, ma il dato è guidato in gran parte da coloro che hanno rapporti sessuali con uomini cisgender, secondo uno studio pubblicato sul Journal of the International AIDS Society. I risultati sottolineano la necessità di comprendere il rischio sessuale tra gli individui transmaschili e di disaggregare i dati sull’HIV per coloro che hanno rapporti sessuali con uomini cisgender, consentendo così anche una migliore inclusione negli sforzi di prevenzione dell’HIV.

Daniele Calvazara, CaRLA: la prima terapia per l’HIV a lunga durata è finalmente disponibile in Italia, in EssePiù, n. 1 (gen.-feb. 2023), pp. 6-8
L’articolo contiene due interviste: la prima a Roberto Rossotti, medico infettivologo dell’ospedale Niguarda di Milano, che segue i pazienti in cura con il farmaco cosiddetto CaRLA per l’infezione da HIV; la seconda a una persona in trattamento con questo farmaco. Vengono descritte le novità di questa terapia a lunga durata e l’esperienza del paziente.

modelsIlonka Horváth, Models of good practice for communitybased testing, linkage to care and adherence to treatment for hepatitis B and C, HIV, and tuberculosis and for health promotion interventions to prevent infections among people who inject drugs. From the package of tec, European Centre for Disease Prevention and Control, Stockholm, 2022, 67 pp.
Questa raccolta di modelli di buone pratiche descrive interventi e approcci correntemente usati con successo dai paesi europei per indirizzare la “care cascade” di infezioni fra persone che si iniettano droghe. I modelli di buone pratiche qui presentati mettono in luce la necessità per i programmi di essere aggiustabili e di adattare i loro approcci ai contesti legali nazionali, all’esistenza di assistenza sanitaria e di servizi tossicodipendenza, nonché ai particolari bisogni delle persone che si iniettano droga. Fattori quali il coinvolgimento tra pari, la fiducia e la convenienza per i pazienti, la comunità o gli approcci a bassa soglia che coprano un ampio spettro dei bisogni dei pazienti possono essere visti in successivi approcci.

Filippo Schlosser, Terapia e prevenzione. Le novità, in Delta, n. 94 (inverno 2022) – on line, pp. 18-19
L’articolo espone le principali novità mediche sui vaccini sia per il Covid-19, in particolare per i bambini, sia per la prevenzione dell’AIDS. Sono infatti ripartite le sperimentazioni dei vaccini Islatravir e Cabotegravir. Di seguito, a pag 20-21, altri aggiornamenti su farmaci per Hiv+ e sui vaccini per la prevenzione di malattie sessualmente trasmesse (IST). La rivista è disponibile in PDF.

Sheri A Lippman … [et al.], A community mobilisation intervention to improve engagement in HIV testing, linkage to care, and retention in care in South Africa: a cluster-randomised controlled trial, in The Lancet HIV, vol. 9, n. 9 (set. 2022) – on line, pp. 1-10
La mobilitazione di comunità, che impegna le comunità in un processo per promulgare collettivamente il cambiamento, potrebbe migliorare i test HIV e l’impegno di cura. In Sudafrica, le percentuali attuali di mobilitazione sono inferiori a quelle necessarie per il controllo dell’epidemia. Lo scopo del presente studio è quello di verificare se la mobilitazione di comunità aumenta i test HIV, il collegamento all’assistenza e il mantenimento delle cure nelle comunità di intervento rispetto a quelle di controllo. I ricercatori hanno effettuato uno studio controllato randomizzato a grappolo nei villaggi del sottodistretto di Agincourt, nella provincia rurale di Mpumalanga, in Sudafrica. 15 villaggi sono stati assegnati in modo casuale o a un intervento di mobilitazione di comunità che ha impegnato i residenti ad affrontare le barriere sociali ai test e al trattamento dell’HIV (braccio di intervento) o a un braccio di controllo utilizzando una randomizzazione bilanciata. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

248Don Des Jarlais … [et al.], Modeling HIV transmission among persons who inject drugs (PWID) at the “End of the HIV Epidemic” and during the COVID-19 pandemic, in Drug and Alcohol Dependence, in Drug and Alcohol Dependence, (set. 2022) – on line, pp. 1-8
Lo studio proposto analizza il rischio delle iniezioni e l’incidenza dell’HIV nelle PWID a New York City (NYC) dal 2012 al 2019, quando l’incidenza era estremamente bassa e durante l’interruzione dei servizi di prevenzione a causa della pandemia di COVID-19. I ricercatori hanno sviluppato un modello basato su agenti (Agent-Based model =ABM) per simulare la condivisione di un’attrezzatura per iniezioni e misurare l’incidenza dell’HIV a New York City. I dati per l’applicazione del modello a NYC durante il periodo di incidenza molto bassa di HIV sono stati ricavati dallo studio “Fattori di rischio”, uno studio di lunga data sui partecipanti che entravano in trattamento per consumo di sostanze a NYC. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca. Disponibile in Pdf.

Aging. Aspetti neurocognitivi, in Delta, n. 93 (estate 2022), pp.  18-19
La prevalenza di danni al sistema neurocognitivo diminuisce con le terapie per l’HIV sviluppate negli ultimi anni, ma rimane ancora uno dei fattori di rischio per le persone con HIV. I dati sono stati confermati anche da uno studio osservazionale di coorte americano pubblicato sulla rivista AIDS ove i ricercatori Lam J. et al. affermano che la riduzione dell’incidenza di demenza è incoraggiante e riflette il miglioramento qualitativo delle terapie, tuttavia è più probabile che le persone sieropositive siano colpite da demenza rispetto alla popolazione generale. Di invecchiamento si parla anche nell’articolo successivo “Metabolismo, età e terapia” (pp. 18-19) dove si raccomanda alle persone con HIV, superati i 50 anni, di fare una visita endocrinologica, soprattutto dopo la pandemia, in quanto molte persone hanno dovuto cambiare le proprie abitudini e stili di vita, diminuendo il movimento e l’attività fisica e se ne sono registrati i primi effetti di lungo termine.

Felice Alfonso Nava … [et al.], Infection diseases in the prisons: a public health warming. Priority action to protect general community, in Mission, n. 57 (lug. 2022), pp. 18-22
Le malattie infettive sono le patologie più diffuse nei detenuti e hanno un peso rilevante per la società. Diversi studi hanno dimostrato che lo screening e il trattamento delle malattie infettive all’interno delle carceri possono essere efficaci nel ridurre il loro carico sulla comunità. Lo scopo principale dello studio è stato quello di determinare tra il 2019-2021 l’incidenza e la prevalenza di HIV, HBV, HCV, TBC e sifilide nelle persone all’interno delle carceri di Padova. Lo studio ha dimostrato che lo screening delle malattie infettive nei detenuti è stato molto alto, arrivando nel 2021 al 100% degli ingressi. La ricerca ha inoltre evidenziato che nel 2021 l’incidenza maggiore di malattie infettive è stata quella della TBC, seguita da HCV, HBV e HIV (1,6%). I dati hanno, inoltre, indicato come nel 2021 rispetto agli anni precedenti la prevalenza delle malattie infettive sia aumentata per HBV, HCV e TBC. Questi dati indicano come diverse condizioni, come l’origine geografica dei detenuti o diversi fattori ambientali come il sovraffollamento, possano influenzare la prevalenza delle malattie infettive all’interno delle carceri.

2022A cura di Giuseppe Masullo, Cirus Rinaldi, La salute delle persone LGBTQAI+ fra invisibilità, stigmatizzazione e segnali di empowerment, in Salute e società, n. 2 (2022), pp. 5-148
L’interesse delle istituzioni del nostro Paese verso le fragilità psicologiche e sociali vissute dalle persone LGBTQAI+ rimane ancora scarso. Se si registrano i primi segni della comparsa di un nuovo paradigma di tipo biopsico-sociale che inquadra i bisogni di salute del paziente nelle sue caratteristiche psicologiche e delle sue relazioni sociali, non si comprende perché, in particolar modo per le persone LGBTQAI+, l’attenzione resta confinata alla sessualità e spesso attraverso un approccio eccessivamente medicalizzato. La parte monografica di questo numero intende esplorare i fattori che incidono su comportamenti e stili di vita, con l’obiettivo di cogliere gli aspetti reali dei fenomeni in esame, per favorire l’emergere di tematiche e dimensioni ancora latenti e che si prefigurano con la progressiva apertura delle società nei confronti dei generi, degli orientamenti e delle sessualità non normativi.

Steven Meanley … [et al.], Short-term binge drinking, marijuana, and recreational drug use trajectories in a prospective cohort of people living with HIV at the start of COVID-19 mitigation efforts in the United States, in Drug and Alcohol Dependence, (feb. 2022) – on line, pp. 1-9
All’inizio della pandemia di COVID-19, gli esperti di HIV hanno suggerito che un aumento delle diagnosi di salute mentale e dell’uso di sostanze tra le persone che vivono con l’HIV (PLHIV) possano essere una conseguenza degli sforzi di mitigazione non intenzionale del COVID-19 (ad esempio, la limitazione dei contatti sociali). I ricercatori hanno valutato le traiettorie a breve termine del consumo di alcolici, marijuana e droghe ricreative in una coorte prospettica di PLHIV. 2121 PLHIV sono stati sottoposti a sondaggi sui comportamenti legati all’uso di sostanze in due periodi di tempo precedenti al COVID-19 (ottobre 2018-settembre 2019) e nell’era COVID-19 (aprile 2020-settembre 2020) all’interno del MACS/WIHS Combined Cohort Study (MWCCS). I ricercatori hanno analizzato con modelli di traiettoria basati sul gruppo, triangolati con modelli misti lineari generalizzati, i cambiamenti nel binge drinking, nell’uso quotidiano di marijuana e nel consumo di droghe ricreative all’inizio della pandemia. Controllando per età e razza/etnia, hanno verificato se le traiettorie differissero per sesso e sintomi depressivi, solitudine e supporto sociale all’inizio della pandemia. Nell’articolo proposto sono riportati e commentati i dati della ricerca.

Suzette Glasner … [et al.]  Promising outcomes from a cognitive behavioral therapy text-messaging intervention targeting drug use, antiretroviral therapy adherence, and HIV risk behaviors among adults living with HIV and substance use disorders, in Drug and Alcohol Dependence, art. 109229 (feb. 2022) – on line, pp. 1-9
Ad oggi, nessuno studio ha approfondito l’uso della messaggistica di testo per fornire la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) a persone affette da HIV e con disturbi da uso di sostanze. I ricercatori, nel lavoro proposto, hanno sviluppato e valutato un intervento di 12 settimane basato sulla CBT via SMS (TXT-CBT), mirato all’uso di droghe e alla terapia antiretrovirale (ART) per adulti con HIV e disturbi da uso di oppioidi e stimolanti in comorbilità. I partecipanti sono stati individuati in modo casuale a ricevere la TXT-CBT (n = 25) o un opuscolo informativo (INFO) sull’uso di sostanze e sull’aderenza ai farmaci (n = 25). L’aderenza alla ART, l’uso di droghe e i comportamenti a rischio per l’HIV sono stati valutati al basale, mensilmente durante il trattamento e alla fine del trattamento e sono stati confrontati tra i gruppi utilizzando un modello misto di analisi a misure ripetute. L’uso di droghe per via iniettiva è stato esaminato come moderatore dei risultati. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

Delta_N_92-01-300x424Sean Hosein, Fragilità, in Delta, n. 92 (2022) – on line, 14 pp.
Uno studio statunitense ha scoperto che alcune condizioni di salute sembrano aumentare il rischio di fragilità in persone HIV positive. Tra di esse vi sono ictus, diabete, malattie ai polmoni e al fegato. Lo screening, la prevenzione e il trattamento di queste condizioni di salute possono aiutare a ridurre il rischio di fragilità. Nell’articolo sono riportati i risultati dello studio osservazione sviluppato negli USA in tre centri tra il 2014 e il 2020.

Hansel E. Tookes … [et al.],  Acceptability, feasibility, and pilot results of the tele-harm reduction intervention for rapid initiation of antiretrovirals among people who inject drugs, in Drug and Alcohol Dependence, art. 109124, part. A (dic. 2021) – on line,  pp. 1-9
Le persone che si iniettano droghe (PWID) sono state emarginate e stigmatizzate fin dall’inizio dell’epidemia di AIDS e spesso non hanno sperimentato i benefici della terapia antiretrovirale. La Tele-Harm Reduction (THR) è un intervento di riduzione del danno potenziato dalla telemedicina, erogato all’interno di una sede SSP di fiducia. Il suo scopo è facilitare l’inizio delle cure e ottenere una rapida soppressione virale dell’HIV tra le persone con disabilità che vivono con l’HIV. In questo studio a metodologia mista, i ricercatori hanno utilizzato il modello PRISM (Practical, Robust, Implementation and Sustainability Model) per identificare le barriere e i facilitatori a più livelli nell’implementazione dell’intervento THR. Nell’articolo sono riportati commentati i risultati dello studio.

S.A. Meyers-Pantele … [et al.], A characterizing substance use typologies and their association with HIV viral load outcomes. Latent class analysis among sexual minority men living with HIV, in Drug and Alcohol Dependence, art.108928 (ott. 2021) – on line, pp. 1-7
Gli uomini delle minoranze sessuali (SMM) di etnie diverse subiscono un impatto sproporzionato dall’epidemia HIV negli USA. Il consumo di sostanze, particolarmente quello di stimolanti, può avere un impatto sulla soppressione virale per gli SMM che vivono con l’HIV. Lo studio attuale ha cercato di caratterizzare i modelli del consumo di sostanze attraverso l’analisi delle classi latenti (LCA) e verificare le associazioni fra tali modelli e i risultati del carico virale futuro negli SMM che vivono con l’HIV. I dati sono stati ricavati da Thrive With Me (TWM)uno Studio Randomizzato Controllato (Randomized Controlled Trial= RCT) riguardante un intervento sanitario sull’aderenza alla terapia antiretrovirale (ART) negli SMM che vivono con l’HIV. Fra i 383 SMM che vivono con l’HIV, è stato individuato un modello a tre classi di consumo di sostanze: bassa probabilità di consumo di sostanze (81,3%), alta probabilità di consumo pericoloso di alcol, marijuana e cocaina (7,5%) e alta probabilità di consumo di metamfetamine e anfetamine (11,2%). La classe di alta probabilità di consumo di anfetamine aveva probabilità minori di sopprimere il virus al follow-up di 5 mesi rispetto alla classe di bassa probabilità di consumo di sostanze. Questi risultati indicano possono essere potenzialmente importanti per migliorare gli esiti relativi all’HIV negli uomini SMM di diverse etnie che vivono con l’HIV. Sul tema si consulti anche l’articolo di Jorge Luis Flores Anato … [et al.], “Chemsex practices and pre-exposure prophylaxis (PrEP) trajectories among individuals consulting for PrEP at a large sexual health clinic in Montréal, Canada (2013-2020)“, art. 108875 (set. 2021) – on line,  pp. 1-10

LargeRollover.00126334-202102010-00000.CVNikos PhD Pantazis … [et al.], Discriminating Between Premigration and Postmigration HIV Acquisition Using Surveillance Data, in JAIDS, vol.88, n. 2 (ott. 2021), pp. 117-124
La popolazione migrante è sovrarappresentata fra le persone con diagnosi di HIV nell’Unione europea e nell’area economica europea. Capire il momento dell’infezione Hiv (pre o post migrazione) è cruciale per sviluppare interventi di salute pubblica e per produrre stime affidabili di incidenza dell’HIV e del numero di persone che vivono con infezioni HIV non diagnosticate. Nell’articolo si riassume un metodo recentemente proposto per determinare il momento dell’acquisizione dell’HIV e per applicarlo ai dati reali e simulati.

Laura Rancilio, Paolo Meli, Case alloggio per persone hiv/AIDS, in Delta, n. 90 (estate 2021), pp. 12-13
Dal 1994 ad oggi le Case Alloggio aderenti al C.I.C.A. rappresentano gran parte delle Case Alloggio per persone con HIV/AIDS presenti in tutta Italia: sono 40 gli enti aderenti e gestiscono circa 50 tra Case Alloggio, Centri Diurni e Gruppi Appartamento in 15 Regioni d’Italia (30 province), concentrati soprattutto al Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto) e nel Lazio, le regioni più colpite dall’epidemia dell’infezione da HIV. L’articolo riporta storia, servizi e ostacoli che affrontano per la loro operatività, dando un grande insegnamento di umanità. Nel medesimo numero della rivista si segnalano anche gli articoli: Mario Cascio, “EATG. Studi sulla salute mentale”, pp. 6-7 e “HIV: Sapere salva la vita”, pp. 10-11

Maria Monica Ratti … [et al.],  Burnout mediates the relationship between coping strategies and self-perceived health in healthcare providers working with HIV/AIDS patients, in Psicologia della Salute, n. 2 (2021), pp. 35-53
Lo studio ha coinvolto 85 professionisti sanitari che lavorano nelle unità HIV/AIDS di due ospedali italiani. I risultati hanno mostrato che l’esaurimento emotivo è un mediatore parziale della relazione tra coping emotivo e stato di salute mentale. Pertanto si può presumere, secondo gli , che interventi strutturati volti a migliorare sia il coping emotivo che la sindrome da burnout potrebbero migliorare lo stato di salute mentale degli operatori che forniscono assistenza ai pazienti sieropositivi.

Roberta T. Di Rosa, Servizio sociale internazionale, responsabilità locale e partecipazione comunitaria: un caso studio in Tanzania, in La Rivista di Servizio Sociale, n.1 (2021), pp. 46-59
Il servizio sociale internazionale è un ambito di pratica professionale diffusa in vari Paesi del mondo, eppure ancora poco esplorata in letteratura e poco conosciuta come specifico settore d’azione. Esplorarne la definizione e le sue possibili applicazioni nella pratica, a partire dall’analisi di un caso studio di servizio sociale all’interno di un progetto internazionale, il Centro Nyumba Yetu in Tanzania per la cura e assistenza a bambini anche affetti da AIDS, vuole incoraggiare il consolidamento di un pensiero e di un metodo flessibili, inclusivi e plurali, necessari sia per assistenti sociali che operano all’estero, o in progetti di scambio internazionale, che per quelli che lavorano con utenti stranieri, offrendo l’opportunità di allargare gli orizzonti e allo stesso tempo di rafforzare le radici della professione.

Sitografia

AIDSMap

AIDS and Behavior

Associazione Solidarietà AIDS onlus (ASA) e rivista Essepiù

Associazione Nazionale Lotta all’AIDS (ANLAIDS) Onlus

Associazione NADIR onlus e rivista Delta

Campagna U=U impossibile sbagliare

Cesda: Centro studi, ricerca e documentazione su dipendenza e aids

EPICENTRO: Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica

Epidemiologia e prevenzione: rivista dell’associazione Italiana di Epidemiologia

European Centre for Disease Prevention and Control

Helpaids

JAIDS Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes

Lega Italiana per la lotta contro l’AIDS (LILA)

Ministero della Salute. Hiv e AIDS

Network Persone Sieropositive (NPS) Italia

OECD:  Organization for Economic Co-operation and Development

Plus APS _ Organizzazione Italiana persone LGBT+ ositive all’ HIV

The Joint United Nations Programme on HIV/AIDS (UNAIDS)

The Key Populations Atlas (UNAIDS)

The Lancet HIV

WHO. Publications on HIV

World AIDS Day 2022 (UNAIDS)